La chiesa di Ilembula è stata inaugurata il 30/12/2016 alla presenza del vescovo di Njonve, rev. Alfred Maluma, e delle autorità della zona.
All'inaugurazione erano presenti anche alcuni italiani che in questi anni hanno sostenuto don Tarcisio nella costruzione della chiesa. In particolare, sono intervenute alcune persone in rappresentanza del gruppo Alpini di Giussano, che più di tutti si è fatto carico della realizzazione dell'opera.
La risposta dei fedeli è stata più che positiva e la chiesa era gremita. Durante la messa ha anche iniziato a piovere, segno visto di buon auspicio dai presenti, visto che a Ilembula non pioveva da quasi un mese, nonostante fossimo nel pieno della stagione delle piogge e i campi appena coltivati iniziavano a risentire della siccità.
Durante la celebrazione della messa, il vescovo ha anche celebrato le cresime per i bambini della parrocchia.
Don Tarcisio ha in programma la realizzazione di un Centro di rieducazione per bambini disabili della regione, soprattutto per quelli con problemi motori. Il centro si chiamerà Bethzatha e potrà ospitare una quarantina di bambini.
I bambini rimarranno nel centro solo durante gli interventi di riabilitazione, poi torneranno alle loro case. Il centro sarà comunque a disposizione per possibili ricoveri temporanei.
L'attività sarà affidata temporaneamente ai volontari del servizio civile, definitivamente ad un gruppo di suore.
In attesa della realizzazione del progetto che comporta una spesa di circa € 250.000,00 i disabili dei villaggi si ritrovano in una apposita sala, dove si conoscono e socializzano.
Prima della fine dell'anno, due fisioterapisti del servizio civile inizieranno i primi interventi.
Don Tarcisio già pensa di estendere il servizio e di crearne di nuovi.
I progetti diventano realtà quando c'è personale necessario e quando la generosità degli offerenti non viene meno.
Questo territorio grande circa 300 metri per 100 è stato comperato per costruire il villaggio degli orfani ed assimilati, sono previste 8 case più una per i servizi comunitari. Le case sono così strutturate: un ingresso nel cortile, sul lato destro ci sono la cucina, il ripostiglio ed i servizi, sull'altro lato invece sorgono 5 stanze che ospiteranno i bambini orfani con le "mamme" che si prenderanno cura di loro. Il fabbricato per i servizi comunitari sarà composto da un'infermeria e da un ufficio per l'accoglienza, un fabbricato quindi a servizio della comunità ed offrirà servizi pubblici al paese.
Queste case vengono costruite con mattoni prodotti direttamente sul posto (forni), un forno dura circa un mese.
Al centro di questo terreno verrà costruita una strada e le case sorgeranno a destra e a sinistra di essa.
Il problema più grosso di questo posto è l'acqua, molto scarsa, per questo motivo è stato trivellato un pozzo, sono scesi circa 100 metri ed hanno trovato dell'acqua, non è tantissima, circa 600 litri all'ora, acqua però buona da bere e di costante portata. Quest'acqua verrà utilizzata per bere e per emergenza visto che spesso quella dell'acquedotto viene a mancare in quanto si rompono i tubi, per questo motivo si è deciso di trivellare un pozzo che grazie alla pompa porterà l'acqua in cima ai serbatoi per poi da lì essere distribuita a tutto il villaggio.
I costi maggiori per la costruzione di questo villaggio sono il cemento, il ferro, la copertura del tetto con lamiere e legno, e piastrelle che verranno messe solo nella zona soggiorno, nelle altre stanze il pavimento sarà effettuato con cemento lisciato.
Una volta terminati i lavori di costruzione verranno coltivate diverse piante di frutta, quali manghi, papaia e avocado.