Lettere Don Tarcisio

Ilembula, 24/01/2017

Da tempo volevo scriverti, ma ho sempre rimandato perché ero a corto di pensieri. Per mesi sono stato concentrato sulla messa a punto della chiesa parrocchiale. Il 30 dicembre l’abbiamo inaugurata e pertanto quel pensiero è passato. Ora pertanto sono più decontratto. Tra le opere che mi hanno chiesto di mettere in cantiere c’è il convento delle suore di clausura CLARISSE. Attualmente sto cercando qualcuno che se ne occupi e poi è un’opera che verrà realizzata a 300 km da qui e pertanto non sono coinvolto più di tanto. Il mio compito è quello di cercare fondi e persone che dirigano i lavori. Ho già mosso qualche pedina: vediamo se qualcun altro si muoverà. La chiesa è riuscita molto bene: tutti i partecipanti all’inaugurazione sono stati meravigliati. Un grazie speciale va al gruppo alpini di Giussano e a coloro che hanno contribuito con le idee e il lavoro. Grazie.
Questo mese di gennaio è stato poi segnato da un avvenimento doloroso: il 12 gennaio è morto mio fratello padre Cesare, religioso della congregazione dei Pavoniani. Avrebbe compiuto 80 anni quest’anno. É stato sopraffatto da certe emorragie interne che lo hanno perseguitato tutta la vita. Erano sempre riusciti a tamponarle bene, stavolta, forse anche per l’età avanzata, i medici non hanno avuto successo e così è tornato alla casa del Padre. É stato sepolto a Malonno il 14 gennaio e io sono riuscito ad arrivare due ore prima del funerale. Di sette fratelli che eravamo, rimaniamo in quattro. Venerdì scorso, il 20 gennaio sono arrivato di nuovo a Ilembula per continuare il mio solito lavoro.
Quest’anno siamo molto preoccupati per l’andamento del tempo. Sta piovendo pochissimo. I meteorologi hanno già predetto che ci sarà siccità. I nostri campi qui alla missione per il momento procedono bene, ma altrove, anche non lontano, il granoturco è già seccato. Qualcuno ripianta e qualcuno ripiega su colture necessitanti di meno pioggia. Qualcuno pianta patate dolci, qualcuno manioca e altri tentano con graminacee che arrivano a maturazione in tempi più brevi. Non tutti però hanno le sementi e il saper fare necessario. Tramite i suoi agronomi il governo sta aiutando i contadini a trovare soluzioni alternative. Il fatto è che la scarsità di piogge sta colpendo tutta la Tanzania. In Kenya e in Somalia è ancora peggio. Nella regione di Njombe, almeno in certe aree, sta piovendo alimentando almeno un po’ i fiumi. Ogni pomeriggio, verso le ore 15, scrutiamo il cielo per vedere se c’è pioggia in giro. Capita di vedere nuvoloni nerissimi andare a scaricare il loro prezioso fardello altrove. Ma dove? Se tutti si lamentano per la siccità? Naturalmente ogni fedele di qualsiasi religione invoca il suo Dio. Adesso si moltiplicano anche le riunioni di preghiera ecumeniche: l’unione fa la forza. Chissà che Dio non ci prenda a misericordia. Il governo sta già incitando gli allevatori a vendere il loro bestiame finchè non è ancora ridotto a pelle e ossa. Il consiglio è buono ed è già stato dato in varie parti dell’Africa in occasione di siccità. Il consiglio è molto saggio anche se molti tardano a seguirlo.
Non voglio tirare conclusioni da filosofo o da uccello di malaugurio. Qui la fiducia in Dio non viene mai meno anche se sei con le chiappe per terra. Prendiamo nota.
Auguri per il 2017. Tarcisio

Ilembula, Quaresima 2016

Amica, amico mio,
Quest’anno sono in ritardo per una riflessione quaresimale. Il ritardo è dovuto in gran parte a quella mia fondamentale difficoltà ad esprimermi per iscritto. Del resto mi esprimo poco anche a voce. Inizio per dirti che di salute sto bene. Sono aiutato da alcune persone nella realizzazione dei programmi. Ora ci stiamo preparando al triduo pasquale nel quale battezzerò gli adulti.
Quest’anno avremo pochi battesimi: è probabile che chi desiderava diventare cattolico lo ha fatto negli anni scorsi. Quest’anno il tema quaresimale è dedicato al perdono. Il motto è questo:”CHI ODIA SUO FRATELLO É NELLE TENEBRE, CAMMINA NELLE TENEBRE” 1 Giovanni 2,11.
Per noi “essere nelle tenebre e camminare nelle tenebre” consiste nel conservare vecchi rancori, odi inveterati senza tentare di liberarsene. Anche qui ci sono persone, famiglie che si serbano rancori di anni pur dicendosi cristiani. Secondo san Giovanni tali persone vivono nelle tenebre, cioè sotto la guida del demonio. Quindi durante questa quaresima ognuno è invitato ad esaminare la propria situazione di relazione con gli altri. Se si trovano situazioni di inveterato rancore, bisogna perdonarsi e cancellare tali situazioni. Se non ce la fai da solo, fatti aiutare da chi ti è vicino o dalla comunità cristiana. Non so come stiano rispondendo i membri della comunità: comunque il messaggio è stato recepito.
Le piogge sono state molto abbondanti e i vari cereali sono cresciuti molto. In questi giorni la pioggia si è fermata permettendo al sole di fare il suo lavoro. Anche qui stiamo vivendo un periodo più caldo del normale. L’ambiente è di un verde molto lussureggiante.
Quanto ai lavori della chiesa, progrediamo lentamente. Una ditta africana di Makambako ha fatto le finestre in alluminio. Ora, sotto la direzione di Gabriele Zaina, stiamo dando il colore all’esterno. A giorni attendo l’arrivo di Mauro, piastrellista di Sellero, per il pavimento. Penso che la inaugureremo alla fine dell’anno o all’inizio del prossimo anno. Ti farò sapere: non diramerò inviti ufficiali, ma sarò lieto di accogliere chi vorrà venire a condividere tale gioia.
Non intendo scriverti di nuovo per Pasqua e pertanto ti auguro una santa Pasqua. Questa è la più importante celebrazione liturgica. É la risurrezione di Gesù che fonda il nostro essere e il nostro agire. Con Lui tutto riceve un senso.
Auguri. Cristo vive. Don Tarcisio

Ilembula, Natale 2015

Mi ero proposto di scrivere per Natale: eccomi all’appuntamento.
Voglio sperare che gli avvenimenti di questi mesi e le polemiche sul Natale abbiano indotto i cristiani a riflettere su tale festa liturgica. Natale è una festa liturgica che ricorda una nascita e quindi è anche una festa di compleanno. Siamo così attenti a festeggiare il compleanno di tante persone, perché non festeggiare quello di Gesù? E poi perché non ricordarci e ricordare agli altri che quella è la festa di compleanno del nostro Signore? Tutti gli altri attori ricordati in quest’occasione (babbo natale, gli alberi, le renne, i vari animali) sono totalmente estranei a questo compleanno. Non c’entrano con Gesù. Qui, quando si dice Noeli, si pensa alla festa liturgica, ma quando si dice Christmas si pensa alla festa commerciale. Poco alla volta anche qui la parte commerciale avanza. Le televisioni locali hanno già iniziato a diffondere spot dove prevale il colore rosso, dove ci sono tutti gli ingredienti del natale commerciale occidentale. Non c’è ancora quella voglia di famiglia e di stare in famiglia che è tipica da noi. Questa voglia di famiglia la vivono specialmente prima di iniziare a coltivare e non hanno una data precisa.
I nostri orfani vivranno tale periodo in seno ai parenti rimasti. Quelli che hanno dei parenti sono stati mandati nel loro ambiente di origine affinchè non perdano le loro radici. In fondo il clan è una risorsa come lo è per noi la famiglia. Bisogna pertanto che conoscano i membri del loro clan e si rendano conto di non essere funghi trovati sotto un albero. Torneranno dopo il quattro Gennaio per prepararsi ad andare a scuola l’undici.
Subito dopo Natale verranno alcuni membri del gruppo alpini di Giussano per mettere le campane sul campanile. Le campane sono quattro e sono state donate dagli alpini stessi e da altre persone di buona volontà.
Come ho scritto altre volte, economicamente, per la gente, il periodo di Natale coincide con un momento di ristrettezze. Il raccolto è lontano e molti hanno dato fondo ai risparmi per coltivare e comperare il concime. Bisogna poi pensare che a Gennaio inizia l’anno scolastico. Quasi tutti ormai vogliono far studiare i loro figli. Le scuole non sono gratuite e pertanto è necessario procurare la somma per pagare almeno le prime rate. Quest’anno c’è però una speranza in più: il presidente eletto a ottobre ha promesso che almeno le scuole elementari saranno gratuite. Lui alcuni passi in questa direzione li ha fatti. Ha iniziato a far pagare le tasse ai ricconi che evadevano e ha già fatto saltare parecchie teste grosse. In generale siamo molto contenti di lui. Sappiamo che è determinato. É stato ministro per vari mandati e non si è affatto arricchito. Speriamo che non venga tolto di mezzo con metodi poco umani. Anche qui c’è una casta i cui membri si tengono tra di loro e che fa affari e si arricchisce a spese dei poveri diavoli. Questo presidente dimostra di avere a cuore proprio i poveri diavoli. Lui dà lezioni anche alla chiesa cattolica di cui fa parte. Speriamo che costringa i responsabili della nostra chiesa ad essere più poveri e trasparenti. In effetti i grandi papaveri della chiesa tendono ad assimilarsi alla casta e a frequentare solo quella. Quest’anno possiamo dire che Gesù nasce qui in Tanzania. Che diventi anche grande qui. Saluto ognuno cui arriva questo scritto. Naturalmente un saluto particolare a chi è malato o disabile. Ciao.
Con immensa gratitudine e simpatia ti auguro un SANTO NATALE e ti saluto. Don Tarcisio

Ilembula, Settembre 2015

Le vacanze sono terminate e ora è tempo di godersi le temperature mitigate dei mesi autunnali.
In Italia avete avuto temperature veramente alte durante i mesi scorsi. Qui le temperature sono state normali: scarse invece sono state le piogge. In questi mesi, per la prima volta si sono esaurite delle sorgenti che finora avevano sempre dato acqua. Fortunatamente sono stati approntati degli acquedotti che almeno forniscono l’acqua per uso domestico. Non si parla neppure di irrigazione. Questa è possibile solo dove ci sono dei fiumi che scorrono.
I prezzi dei cereali sono ancora abbastanza bassi, malgrado il raccolto non sia stato abbondante. Ora tutta l’attenzione e gli sforzi sono concentrati sulle elezioni che avranno luogo a ottobre. La lotta sarà dura perché i partiti dell’opposizione si sono agguerriti. La situazione economica non è disastrosa: vedo che la gente riesce a far fronte ai suoi bisogni senza dover ricorrere alle riserve.
Quest’anno ho visto in giro meno visitatori europei. Secondo me la diminuzione non è dovuta alla crisi ma al fatto che ormai i missionari europei presenti sul territorio sono molto pochi. Ci sono in giro europei di varie organizzazioni, ma i sacerdoti ormai sono pochissimi e attempati. Siamo davvero a un passaggio importante. Ormai le chiese di questi paesi sono nelle mani dei locali. C’è ancora qualche missionario indiano o latino americano, ma la percentuale è molto bassa. I nuovi missionari non rimangono per tempi molto lunghi: dopo pochi anni, al massimo dieci, tornano nel loro paese d’origine. Sembra che il problema di fare delle scelte a lunghissimo termine riguardi anche il mondo religioso, non solo chi si sposa. Dobbiamo recuperare la capacità di contemplare e di gustare le piccole cose per non essere divorati dal ritmo imposto dalla società del mercato. La missionarietà è sempre un valore ma il modo di viverla ha molte sfaccettature. Bisogna radicarsi nella fede onde non lasciarsi prendere dallo smarrimento. Fortunatamente vivo con comunità cristiane abbastanza vive e entusiaste. Nelle comunità ci sono fanciulli, giovani, persone di mezza età e anziani: hanno i loro alti e bassi, ma in totale hanno a cuore la fede cristiana. Hanno molta sete di bibbia e di comunità. Sono comunità in formazione e pertanto vanno seguite perché sono fragili, abbastanza facili prede di predicatori e imbonitori vari.
Da quando sono rientrato dall’Italia ho ripreso i lavori nella chiesa parrocchiale. Ora sto facendo gli intonaci internamente e esternamente. A settembre verrà il mio amico Maurizio Buffoli con altri amici di Cologne per fare l’impianto elettrico. Verso Natale verranno gli amici alpini di Giussano per montare le quattro campane arrivate dall’Italia verso il 20 di Agosto. Più tardi penseremo agli infissi e al pavimento. In tutto questo cerco di non perdere di vista la chiesa fatta di persone. L’aspetto caritatevole e sociale è sempre curato da Fausta e da Maurizio con grande dedizione. Nelle nostre opere sociali sono presenti anche 18 civilisti: giovani italiani dai 18 ai 29 anni che passano un anno facendo attività formative nelle nostre strutture. Ognuno di loro riceve circa 800 euro al mese dal governo italiano. Dalla mia esperienza ho visto che l’anno trascorso qui li fa maturare molto. Il periodo trascorso qui serve più a loro che agli africani. Anche questo è un contributo dell’Africa per l’Europa. Gli africani hanno tanto da insegnare a causa della loro filosofia e impostazione di vita. Attualmente siamo tutti bombardati dalle notizie che riguardano i migranti provenienti principalmente dai paesi del medio oriente e da certi paesi dell’Africa: è un evento che ci interroga e che dobbiamo affrontare senza animosità tenendo conto anche della nostra situazione economica che non è florida. Il cristiano deve sempre sforzarsi di vedere la realtà con gli occhi e il cuore di Gesù. Purtroppo siamo abituati a uno stile di vita piuttosto elevato: dovremo rassegnarci a vivere con meno possibilità economiche. Il resto del mondo si è svegliato e non è più disposto a vivere poveramente per sostenere il nostro stile. Stiamo vivendo un grande cambiamento: la situazione non tornerà come era prima. L’unico che rimane è il Signore, lui non cambia.
Stammi bene. Ciao, Don Tarcisio

Ilembula, Pasqua 2015

Pensavo di scrivere qualcosa di più serio, ma circostanze varie me ne hanno impedito.
Maurizio è in vacanze in Italia, fausta non è ancora tornata e pertanto, anche se ho diminuito gli aiuti ai poveri, ho avuto poco tempo per riflettere e scrivere. Gli aiuti alimentari sono stati temporaneamente diminuiti anche perché questo è il periodo del raccolto e pertanto non c’è penuria. Sono poi stato parecchio occupato con gli ospiti vari. I più importanti sono stati i responsabili del CENTRO DI RIABILITAZIONE PER DISABILI (INUKA) e dei responsabili della congregazione di DON LUIGI GUANELLA venuti per vedere se, un giorno, potranno farsi carico del centro INUKA con la parrocchia adiacente. La visita è stata molto cordiale e chiara. I guanelliani erano due: un sacerdote della Nigeria e un membro del capitolo originario della Valchiavenna, posto molto vicino alla Valcamonica. Da montanari ci siamo intesi molto bene. Ora aspettiamo le decisioni che la congregazione prenderà.
Se tale congregazione, specializzata in opere per disabili e affini, si prenderà carico, la continuità e il livello dei servizi, saranno assicurati per lungo tempo, in attesa che la chiesa locale cresca nella sensibilità verso queste persone. Intanto quest’anno, nella quinta domenica di quaresima, il vescovo di Njombe ha promosso una colletta in favore di Inuka. É pure una forma di sensibilizzazione. Vedremo quanto frutterà.
La scuola MAMRE di Mayale, diretta da padre Evodius Msigwa, procede bene. É al suo primo anno ma va bene.
Il gruppo HAKUNA MATATA di Londra, ci sta fornendo tramite una fabbrica indiana, cento carrozzelle di nuova concezione che dovrebbero potere essere usate anche su terreni non asfaltati. Il container è in viaggio. I clienti ci sono. Non penso di regalarle, ma chiedere a chi le prende un contributo.
Anche questi sono segni di risurrezione. Dobbiamo cercarli nelle piccole azioni e nelle piccole realtà, perché se guardiamo le grandi vicende che si svolgono in questo tempo, c’è da scoraggiarsi. Comunque la forza e la presenza dell’odio e del male viene recepita anche informandosi e leggendo. Dall’informazione, trapelano vicende di singoli trasudanti odio. Un mio amico sacerdote era solito dirmi che non dobbiamo mai odiare, ma amare; onde aumentare il tasso di amore nel mondo. Questo è il compito di Gesù risorto e di noi: aumentare il tasso di amore su questa terra.
Qui c’è posto per tutti e non necessario andare altrove per farlo: lo si può fare benissimo nell’ambiente nel quale viviamo.
BUONA PASQUA quindi. Che il risorto ci aiuti ad aumentare il TASSO D’AMORE nel mondo.
Don Tarcisio

Ilembula, 19 febbraio 2015

“PERCHE’ QUESTO POPOLO SI RIBELLA CON CONTINUA RIBELLIONE? PERSISTONO NELLA MALAFEDE, RIFIUTANO DI CONVERTIRSI. NESSUNO SI PENTE DELLA SUA MALIZIA, DICENDO:”CHE HO FATTO?”
Voglio pensare che ieri hai digiunato e sei andato a ricevere le ceneri in segno di penitenza. Voglio pensare, ma temo che pochissimi l’abbiano fatto. Ormai, seguire le pratiche cristiane, fa sembrare arretratissimi. Nessuno ama passare per arretrato.
Ieri, 18 febbraio è iniziata la quaresima. Questo è un periodo privilegiato per la vita cristiana. Siamo invitati a riflettere sulla nostra vita e sul suo senso. Nella prima domenica di quaresima ci viene detto che nella vita ci sono le tentazioni. E’ vero. La prima è la confusione delle idee. Oggi la confusione è grande (cosa è la famiglia? Da chi è costituita? Si vive meglio senza il fardello della fede cristiana, non abbiamo più bisogno di Dio, si vive benissimo anche senza, ecc). Non dico di stare fermi sulle posizioni antiche, ma penso che oltre a mantenere le posizioni cristiane, dobbiamo rendere conto della nostra fede.
La quaresima ci aiuta a riflettere sul senso della vita e ci vuole aiutare a risorgere e a far risorgere tutto quello che ci sta attorno. La realtà sovente ci porta al pessimismo: la fede ci aiuta a vincerlo e ad operare affinchè la positività abbia il sopravvento. Il tempo di quaresima ci invita alla conversione. Non penso che dobbiamo cambiare direzione, ma piuttosto ricentrare la nostra vita sui valori che Gesù ci indica. Se siamo soliti pensare solo ai nostri interessi, ora è tempo di favorire anche gli interessi altrui. Se siamo soliti trovare soluzione egoiste ai nostri problemi, è tempo di cambiare. Adottiamo i punti vista di Gesù su tutta la realtà odierna. Se conserviamo una patina cristiana di superficie, ma i pensieri profondi sono quelli del mondo, non possiamo dirci cristiani e sperare di cambiare in positivo. Convertiamoci: torniamo ai valori che propone Gesù. Ma come tornarci se non ascoltiamo e non leggiamo la Sua Parola?
Il tempo quaresimale è troppo fondamentale per lasciarlo passare senza viverlo in profondità. Hai già deciso a cosa rinuncerai in questo periodo? Qui abbiamo deciso di prenderci cura degli anziani. Ogni piccola comunità di base deve individuare uno o più persone anziane con difficoltà, decidere cosa fare per loro e quindi aiutarle come gruppo. Vogliamo che gli anziani si sentano sostenuti dalla loro piccola comunità.
Come lettura biblica abbiamo proposto il libro dell’ESODO. Ieri alla cerimonia dell’imposizione delle ceneri c’erano parecchi fedeli. Ora, anche i luterani(protestanti) hanno iniziato a celebrare la quaresima e il mercoledì delle ceneri. Non so se anche loro impongono le ceneri. Sentono comunque il bisogno di avere dei segni esterni concreti che ci aiutano a vivere la nostra fede cristiana. La liturgia ci offre varie occasioni per celebrare anche esteriormente la nostra fede. Noi cattolici siamo campioni in questo.
Nell’ambito della missione progrediamo senza sussulti. Fausta è ancora in Italia¸ tornerà dopo Pasqua. Maurizio gestisce bene gli aiuti ai poveri e ai bisognosi. Il gruppo HAKUNA MATATA di Davide Serra di Londra continua a sostenere le scuole materne e altre realtà caritatevoli. Ultimamente la signora Trussardi ha deciso di darci un contributo per avviare la coltivazione dei campi a sostegno del centro per disabili, Inuka. Come ho già scritto precedentemente, si tratta di trasformare dei boschi in campi di girasole e in prati per le mucche. Bisogna cavare i ceppi e dare forma ai campi.
Purtroppo le piogge quest’anno non stanno andando bene. Il raccolto sarà abbastanza buono, ma le falde sotterranee non saranno alimentate. In tanti posti l’umidità non ha oltrepassato i 20 cm superficiali. Se scavi trovi ancora il terreno asciutto e secco. Ho messo a dimora qualche migliaio di alberi da legname: prego il Signore che mandi piogge abbondanti onde non vanificare il lavoro fatto. Tutto è nelle mani del Signore. Spero che ci risentiremo per Pasqua. Incominciamo a vivere bene la quaresima: non potremmo iniziare a pregare anche in famiglia? Ciao, a presto.
Don Tarcisio

Ilembula, Natale 2014

“CONSOLATE,CONSOLATE IL POPOLO MIO, DICE IL VOSTRO DIO. PARLATE AL CUORE DI GERUSALEMME E GRIDATELE CHE E’ FINITA LA SCHIAVITU’, E’ STATA SCONTATA LA SUA INIQUITA’” Isaia 40,1-2
Natale si avvicina con la sua carica di speranza. Viste le vicissitudini del nostro paese e anche di altri paesi, siamo tentati di essere presi dallo sconforto. Gesù nascendo, come risorgendo, ci dice che il positivo è possibile, che la liberazione è possibile. Ti invito anche a frequentare le funzioni in chiesa, a pregare onde venire inondato dalle idee di Gesù. Dobbiamo essere sempre pronti a convertirci.
Domani sarà la seconda domenica di Avvento e posdomani festa dell’IMMACOLATA CONCEZIONE. Proviamo a tornare a vivere secondo il ritmo delle feste e dei santi onde essere in comunione con loro. Una vita scandita solo dalle scadenze delle tasse o di altre vicende umane è molto banale e stressante. Abbiamo bisogno di un respiro più puro e alto.
Da alcuni giorni pensavo di scrivere, ma la venuta delle piogge mi ha impedito di farlo. Per tre giorni di seguito abbiamo avuto degli acquazzoni che hanno rammollito il terreno e ne abbiamo approfittato per seminare e mettere a dimora le piante da frutto che avevamo preparato. Ieri hanno terminato anche l’anno scolastico e ora i ragazzi possono dare una mano efficiente agli adulti nei campi. Speriamo solo che le piogge continuino, che non abbia a fare un mese di seguito senza neanche una pioggia. Fino a 20 giorni le piantine possono sopportare, ma, se sono di più, ne rimangono irrimediabilmente danneggiate. Anche quest’anno ho dato come ipegno di avvento quello di piantare alberi da frutto. C’è ancora una grossa carenza di frutta tra i tanzaniani.
La scuola di agricoltura è iniziata: abbiamo aperto il primo anno: si sono presentati 32 alunni. Nel frattempo tentiamo di mettere a punto il laboratorio e le stalle. La scuola è diretta da don Evodius Msigwa, sacerdote diocesano di Njombe che vive in comunità con noi. Attualmente siamo rimasti in comunità noi sacerdoti e Maurizio. Fausta è in Italia per un periodo di riposo. Come al solito abbiamo spesso ospiti provenienti dall’Italia e pertanto raramente siamo solo noi. Ci sono poi qui vicino gli orfani del Villaggio Renato Grandi che spesso e volentieri arrivano fino in casa.
La Tanzania nel frattempo è entrata in periodo elettorale: le ultime elezioni, quelle del presidente avranno luogo nel 2015 in ottobre. Ora si eleggeranno i sindaci e i loro assistenti, poi i rappresentanti distrettuali e regionali, quindi i parlamentari e alla fine il presidente della repubblica. I partiti principali sono due e poi ce ne sono altri più piccoli.
A gennaio saremo subissati dalle richieste di aiuto a far studiare i vari studenti. C’è ancora una grande corsa allo studio: il fatto è positivo da una parte ma ha anche una parte negativa perché crea delle aspettative che non potranno essere soddisfatte. Fortunatamente qualcuno incomincia a pensare che dare un mestiere manuale ai figli è pure cosa buona. Tra l’altro le scuole professionali costano meno delle altre.
Sento che parecchi europei hanno paura a venire in Tanzania a causa dell’EBOLA. L’ebola è più vicina a voi che a noi qui. I vari mezzi di comunicazione sociale hanno dato troppa enfasi a questa malattia. E’ senz’altro una brutta malattia, ma ci si può anche difendere. Peggio dell’ebola è il riscaldamento dell’atmosfera: questa calamità porta con sé molti cambiamenti. Anche il Papa sta ponendo l’accento sull’ecologia: ormai questa è la nuova frontiera. Forse l’ecologia riuscirà a mitigare i devastanti effetti del capitalismo. Questi rende commerciabile qualsiasi cosa: dalla persona umana alla più piccola creatura. Che Dio ci salvi dal capitalismo e la sua logica. Buon Natale a tutti specie, specialmente a te che soffri o sei ammalato. Gesù viene anche per guarire. Auguri.
Don Tarcisio

Ilembula, 10 aprile 2014

Siamo vicini a Pasqua e non vorrei che questo appuntamento passasse inosservato.
Ogni anno vorremmo che Pasqua ci portasse un supplemento di speranza. Le ragioni per essere pessimisti sono tante, specialmente se guardiamo solo il modo di gestire il bene comune da noi in Italia. Altrove magari troviamo che la gestione pubblica è migliore. Non è detto che tutti governanti siano insensibili. Ce ne sono anche di ottimi perché il Signore opera anche in quel settore.
Molti mi dicono che i periodo di crisi sono i più fruttuosi perché devono forzatamente generare cambiamenti. Il fatto è che non sappiamo se il cambiamento sarà verso il meglio o verso il peggio. Per questo bisogna pregare e essere corretti: per aiutare con la nostra condotta a creare cambiamenti positivi. Noi qui ci lamentiamo pure dei governanti anche se in questi anni sono state fatte molte opere di utilità pubblica. L’anno prossimo ci saranno le elezioni del parlamento e del presidente. Noi tutti speriamo che tutto si svolga nella calma. In questi mesi ci sono 201 persone scelte che stanno preparando la nuova costituzione. Per il momento non hanno ancora prodotto nulla. Dovrebbero però presentare il loro prodotto per la fine di aprile.
Qui in parrocchia siamo sul calmo. Stiamo invece spingendo sull’acceleratore onde mettere a punto la scuola di agricoltura in costruzione nel villaggio di Mayale. Temo che potremo spingere poco. Proprio oggi i tecnici dell’Enel locale mi hanno detto che i ladri hanno rubato l’olio del trasformatore che fornisce corrente alla scuola e pertanto siamo senza corrente. Fino a quando? Dovrebbero fornire un altro trasformatore essendo il precedente bruciato. Si prevedono tempi biblici. Oggi sono pure partiti i cinque ospiti di Cologne venuti per dare una mano a fare l’impianto elettrico e idraulico. Ora rimangono altri due ospiti provenienti da Fontanafredda in Friuli: sono Ernesto e Silvia. Tutti sono preziosi aiuti. In maggio verrà pure un gruppo di amici da Bolzano. Spero che nel frattempo sarà arrivato il container che deve portarmi il materiale per mettere a punto l’officina dove si preparano gli ausili per i bimbi disabili. Sono stati loro a cercarli e a fornirli: che possano trovarli sul posto quando verranno. A giorni verranno anche tre amici di Hakuna Matata da Londra per rendersi conto della nostra realtà.
Dopo l’arrivo del container che è in viaggio vorrei tornare in Italia per il mio solito periodo di vacanze e di incontri. Non posso fissare la data di partenza fino all’arrivo e scarico del container. Si tratta sempre di un’operazione che richiede tempo e esperienza.
Se nel settore del lavoro e delle realizzazioni esteriori bisogna avere molta pazienza, nel settore della pastorale, le cose vanno meglio. Le comunità varie crescono lentamente anche se ce ne sono due con difficoltà piuttosto notevoli. Il fattore che produce crisi nelle comunità è sempre il robusto radicamento nelle tradizioni pagane. Le comunità dove questo legame è molto forte non c’è progresso di nessun tipo. In quel contesto le persone si temono e non osano nulla di nuovo. A stento qualcuno costruisce una casa nuova: ha sempre paura delle invidie altrui e ha paura del malocchio e della vendetta degli altri. E’ un mondo molto statico, dove niente deve cambiare. Per rompere questa schiavitù è necessario coraggio. Per fortuna in certi villaggi qualcuno ha già fatto il salto e si è liberato da quei legami. Questo va a vantaggio del villaggio intero. La preparazione alle feste pasquali è stata fatta in ogni comunità. La vigilia di pasqua avremo ancora i battesimi dei giovani e degli adulti come è tradizione nella chiesa cattolica fin dai primi secoli. Quest’anno i catecumeni che riceveranno il battesimo saranno una sessantina. Alcuni furono già battezzati nella chiesa luterana (protestante)e ora entrano ufficialmente in quella cattolica. Personalmente non incoraggio questi passaggi, però qualcuno vuole proprio cambiare. Ora ti auguro una santa Pasqua. Segui fedelmente il Signore e con Lui risorgerai. Un saluto particolare a chi è ammalato.
Don Tarcisio

Ilembula, 2 dicembre 2013

Carissima, carissimo
All’inizio dell’avvento e in attesa del Natale, ti voglio far pervenire qualche pensieroaffinché tu sappia che ti penso e che sono lieto se continuiamo a camminare insieme in questo viaggio cristiano e umano. Personalmente mi convinco sempre più che i valori cristiani, vissuti senza opposizione verso nessuno, sono liberanti e gratificanti.
Lascia che ti aggiorni su quanto stiamo facendo in zona in questo tempo.
Fausta, affiancata da Maurizio (il giovane di Bienno che ha scelto di passare qualche anno qui) continua ad occuparsi degli orfani, degli anziani sfortunati e degli ammalati di Aids. Oltre a questi gruppi di persone si occupano anche degli studenti poveri. In pratica si occupano di almeno 600-700 persone. E’ un lavoro immane che svolgono con tanta dedizione e oculatezza. E’ un lavoro che esige tanta capacità di discernimento onde non rendere le persone dipendenti dall’aiuto.
In un villaggio a 5 km da Ilembula, Mayale, stiamo costruendo una scuola di agricoltura che dovrebbe iniziare le lezioni in giugno 2014. Attualmente il direttore dei lavori è Gabriele Zaina di Edolo (originario di Malonno) che ha già aiutato molto anche all’ospedale di Ikelu.
Personalmente ho ancora in ballo la costruzione di 4 chiese. Ho dovuto fermarmi per mancanza di acqua. Quest’anno i mesi di ottobre e novembre sono stati duri per quanto riguarda l’acqua: abbiamo dovuto ridurre all’essenziale l’uso. Ci siamo salvati grazie al pozzo scavato per le case degli orfani all’interno del territorio della missione. Ora è arrivata la pioggia e la situazione è leggermente migliorata. Abbiamo arato e ora stiamo seminando i campi e piantando alberi da frutto e alberi per legno da manodopera. Speriamo che le piogge continuino abbastanza regolarmente per non lavorare invano. Dal punto di vista pastorale attualmente siamo poco attivi perché il periodo è poco propizio a fare attività pastorali. La gente è occupata nei lavori di campagna: qui è fatto quasi tutto a mano. L’aratura è fatta per il 10% a mano e il resto con l’aiuto di buoi, mucche o asini.
La semina è fatta tutta a mano o a piede: in pratica buttano il seme per terra e lo interrano col tallone; questo modo di seminare esige molta manodopera. Fortunatamente le scuole sono terminate e pertanto è possibile usufruire anche dell’aiuto degli alunni. Anche i nostri orfani sono occupati in questi giorni in questo tipo di lavoro. Fra poco dovranno iniziare a pulire i campi dalle cattive erbe sempre con l’uso della zappa.
A giorni arriverà il gruppo di alpini di Giussano per mettere il tetto alla chiesa in costruzione. Rimarranno circa un mese perché la superficie da coprire è grande e richiede molta tecnicità.
A loro vada un grosso grazie per la dedizione e l’umiltà con la quale svolgono i lavori.
In gennaio o febbraio dovrei iniziare anche la costruzione del dispensario (ambulatori) di Wangingombe. Lo avevo promesso quando ero ancora parroco anche di quella parrocchia e ora devo realizzare. Intendo però procedere molto lentamente. Fortunatamente ci sono sempre persone di buona volontà che mi danno una mano nel realizzare le opere. Naturalmente faccio lavorare anche parecchi africani in modo continuato. Per fortuna qui le regole burocratiche sono poche.
Ora vorrei darti un pensiero per questo avvento.
Nel vangelo della prima domenica di avvento Gesù ci parla dell’esempio di Noè e del diluvio universale. Riportando quell’esempio che le persone di quel tempo “non si accorsero di nulla finchè venne il diluvio e travolse tutti”. Le persone citate in quell’esempio non erano cattive: erano totalmente occupate nella loro quotidianità senza sollevare la testa per discernere la realtà anche nel profondo. Talvolta mi sembra che assomigliamo a quelle persone: siamo totalmente presi dalle questioni economiche contingenti. Non ci diamo il tempo di vedere la realtà dall’esterno e vedere dove stiamo andando. L’Avvento vorrebbe darci questa possibilità: prendiamola.
Dedichiamo del tempo a pregare e riflettere onde non essere travolti dal diluvio.
Per me il diluvio è rappresentato da quei valori e quelle idee che sono contrarie alla visione cristiana. Se non capiamo dove stiamo andando, non potremo non essere travolti.
Non penso di riuscire a scriverti prima di Natale, pertanto ti auguro fin d’ora un Santo Natale, possibilmente più spirituale e meno consumista. Grazie a te. Buon Natale di nuovo.
Don Tarcisio

Ilembula, 22 agosto 2013

Trovo sempre difficoltà a iniziare una lettera perché vorrei trovare un vocabolo che includa sia le femmine che i maschi e che non sia troppo freddo né troppo caldo. Termini come “caro”, “cara”, “fratello”, “sorella”, non si addicono a ogni singola persona cui mi rivolgo.
Se a questo aggiungi la mia avversione per le composizioni, hai la misura di quanto mi costi stendere queste poche righe.
Sono tornato dall’Italia ai primi di luglio e ho ripreso subito il mio solito ritmo. In Italia ho trovato molta gente demotivata e preoccupata per il futuro. In effetti la situazione non è rosea, ma è proprio in situazioni come questa che i cambiamenti avvengono. Stiamo vivendo senz’altro dei cambiamenti che forse percepiamo poco. Una cosa che ho notato facilmente è la varietà di cognomi presenti anche a Malonno. Le comunità dei paesi ora sono molto più variegate di 10 anni fa.
Volenti o nolenti l’ambiente umano cambia in fretta e dobbiamo fare degli sforzi per adeguarci.
Anche qui l’ambiente cambia ma molto più lentamente. Ci sono molto più autoveicoli circolanti e ormai ci sono servizi di trasporto persone che arrivano in quasi tutti i villaggi: quindi la gente circola di più e si mescola anche più facilmente. Economicamente stiamo ancora avanzando. Il governo sta facendo un grande sforzo per migliorare la viabilità. La criminalità è ancora a livelli sopportabili.
I lavori in corso avanzano al ritmo africano, cioè piuttosto lentamente. E’ sempre in costruzione la scuola di agricoltura finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana. Nel 2014 vorremmo iniziare
almeno con qualche corso breve, ma temo che non riusciremo a iniziarli.
Invece è quasi pronto il VENTOLONE, un sistema eolico messo a punto da un gruppo di Cuneo e dintorni per fornire elettricità a una scuola professionale, che dovrebbe sorgere in un remoto villaggio del circondario. Gli abitanti del villaggio hanno già preparato qualche migliaio di mattoni, ma siamo ancora molto lontani dal numero richiesto. Io non spingo più di tanto anche perché è un lavoro grosso: non ho più voglia di intraprendere grossi lavori.
Ho provato a contare le chiese fatte da quando sono in Tanzania (dal 1994): ne ho fatte 49.
Di asili ne ho messi in funzione 48. Penso che, assieme a Fausta, abbiamo fatto la nostra parte e ancora la facciamo. Tutto questo l’abbiamo fatto senza trascurare la pastorale: dovunque siamo andati il numero dei cattolici è aumentato. Anche la qualità è aumentata.
Ora il vescovo ha permesso ufficialmente ai carismatici (Rinnovamento nello Spirito) e io sto favorendo la partecipazione a questo movimento perché leggono e usano molto la Bibbia.
In questi tempi, senza la conoscenza della Bibbia siamo analfabeti in fatto di fede cristiana.
Da tempo ci vanno dicendo che la conoscenza del catechismo non basta per fare dei cristiani convinti e capaci di dare ragione della loro fede. Dobbiamo conoscere e vivere il messaggio biblico, specialmente quello del Nuovo Testamento.
Insisto molto anche sull’aspetto comunitario della fede: senza la comunità ci facciamo una fede a nostra misura e di comodo.
Di cuore ringrazio chi ci sostiene: nella vita abbiamo sempre bisogno di sentirci utili e di sentire che non stiamo perdendo tempo. Grazie.
Quanto agli aiuti finanziari, non dimentichiamo le persone in difficoltà presenti nelle nostre realtà.
Da noi la povertà è più cruda che qui in Africa, anche perché si era distrutta quella rete di solidarietà che esisteva anche solo qualche decennio fa. Ora quella rete va ristabilita e con molta discrezione.
Penso che nel giro di qualche anno molti paesi africani saranno autosufficienti. Non so invece quanto sarà forte la fede cattolica. Se non c’è una profonda conversione nei responsabili della chiesa
temo che parecchi nostri fedeli passeranno ad altre fedi. A dire il vero, non mi addoloro più di tanto anche perché anche la “concorrenza” parla di Gesù Cristo e viene incontro ai bisogni fondamentali della gente. Se le persone li seguono è perché lì trovano delle risposte ai loro quesiti.
Purchè il nome di Gesù venga annunciato, ben vengano anche le altre denominazioni cristiane.
Ora ti saluto. Sono arrivato alla fine della mia fatica. Ringrazio in modo particolare tutte le persone che sono arrivate fino a Ilembula per darci una mano; loro hanno beneficiato del contatto con gli africani che hanno molto da insegnarci. Abbiamo molto da imparare da loro.
Ti auguro un sereno autunno e un graduale ritorno all’essenzialità.
Ciao don Tarcisio

Ilembula, 3 marzo 2013

Sorella, fratello
qualcuno mi chiede le mie impressioni sulla decisione del papa emerito di ritirarsi. Personalmente ho apprezzato molto il gesto del papa. Ha dimostrato coraggio e ha dimostrato che la fede cristiana è una cosa seria da non prendersi alla leggera. Quando si è accorto che non era più all’altezza del compito ha preferito ritirarsi. Bravo. Aveva preso sul serio il servizio di papa e,quando si è sentito sorpassato, si è ritirato. Ancora bravo!!! Certamente l’atmosfera che regna attorno al papa e la complessità dei problemi lo hanno aiutato a decidere. Ora preghiamo per il prossimo papa, sperando che non sia più un occidentale e neanche un africano. Per me andrebbe benissimo un asiatico. Abbiamo bisogno di modi nuovi di vedere il mondo e il rapporto con Dio. La cultura occidentale che ha fatto da supporto al Vangelo, non è più all’altezza del compito. Abbiamo esaurito le cartucce e ci ritroviamo un mondo insostenibile. Ci vogliono idee nuove, altri criteri per impostare le relazioni umane. Speriamo che lo Spirito Santo faccia fare una capriola alla chiesa. Voglio dire un pensiero anche sulle elezioni italiane. Sono state un disastro. Purtroppo il pifferaio ha raccolto ancora molti consensi. Noi italiani abbiamo davvero la memoria corta. Veniamo a noi. Le piogge ci tengono continuamente col fiato sospeso: sono appena bastanti per non far seccare i raccolti, ma largamente insufficienti per alimentare le falde sotterranee. Questo mese di marzo dovrebbe essere molto piovoso; invece pare che pioverà meno che a febbraio. Qui la gente è molto religiosa e continua a pregare per le piogge. Personalmente penso che sono sulla retta via: noi siamo troppo secolarizzati e abbiamo estromesso Dio dalle vicende quotidiane, per gli africani e molti altri Dio è ancora colui che decide tutto. Qui a Ilembula e dintorni marzo è l’ultimo mese utile per le piogge: da aprile in poi è molto difficile che piova ancora. Tanti ruscelli che abitualmente scorrono durante la stagione delle piogge quest’anno non hanno ripreso a scorrere: ormai abbiamo perso la speranza. Il raccolto dei fagioli è stato scarso. Ora attendiamo quello del granoturco e dei girasoli. Se le piogge si fanno attendere, puntuale invece è tornata Fausta dopo una pausa di tre mesi in Italia. Ha iniziato subito il suo lavoro di samaritana aiutata da Maurizio, giovane trentenne di Bienno. Ci stiamo accorgendo che aiutiamo troppa gente e dobbiamo diminuire perché non riusciamo a seguirli. Il villaggio per orfani “RENATO GRANDI” ha già iniziato ad accogliere i bimbi e finora ne sono arrivati 25. Abbiamo aperto tre case, ma presto ne apriremo anche un’altra. Verso la fine di aprile vogliamo fare l’inaugurazione ufficiale. Ci stiamo organizzando. Ci sono qui anche alcune donne che danno una mano a mettere a punto le case e accudire gli orfani. Ogni casa ha due ragazze africane che fungono da madri ai bimbi, però sono ancora inesperte e vanno aiutate . In questo le donne italiane danno una buona mano. Il mese scorso è arrivato pure un finanziamento dalla Conferenza Episcopale Italiana per l’avviamento di una scuola di agricoltura. Stiamo ancora studiando come organizzarla concretamente. Nel frattempo, dopo Pasqua, vorremo iniziare a costruire le prime aule. Il terreno già c’è, ora bisogna concretizzare il progetto. Per fortuna questo progetto sarà gestito principalmente dagli amici del CESC, l’ONG che gestisce anche il centro di riabilitazione di Wangingombe. E Pasqua dov’è? Che senso ha quest’anno? Mi sembra che quest’anno Cristo faccia fatica a risorgere. C’è in giro troppa fatica a sperare nel futuro. Siamo sfiduciati perché abbiamo visto ideali sfumati e speranze deluse. Chi ha fiducia sono i giovani. Qui sono ancora pieni di speranza. In condizioni come queste credo sia più facile comprendere il senso di Cristo che risorge e che fa nuove le cose. Tutto va davvero rinnovato!!!!
Quindi Buona Pasqua a ciascuno e Buona Pasqua alle comunità.
Ciao don Tarcisio

Ilembula, S. Natale 2012

A te che simpatizzi,
per l’Africa, per le missioni e per i poveri, invio questo mio scritto.
Te lo invio in occasione dell’avvento e del natale 2012. Penso che i commercianti si siano già mossi con le loro promozioni natalizie. Lasciamo a loro il compito di vivacizzare economicamente tale ricorrenza, noi vogliamo prepararci a viverlo da cristiani. Non ho lezioni da dare. La nascita di Gesù è un mistero grande che noi ammiriamo e cerchiamo di comprendere come possiamo.
La comprensione del mistero natalizio è senz’altro più favorita qui che nel mondo occidentale.
Ritengo sia tempo di inserire in maniera molto seria l’attenzione alla salute del nostro pianeta. Questa sollecitudine per la terra non può più essere un optional nella nostra vita spirituale.
Come abbiamo fatto del problema della fame nel mondo una questione di giustizia, ora c’è il rispetto per la Madre terra tra i problemi fondamentali. Non è più in problema degli ecologisti.
Ormai è diventato un problema di giustizia perché inquinando e usando male le ricchezze del pianeta, mettiamo a repentaglio la vita di molti altri specialmente i più deboli. Ci stiamo accorgendo della frequenza con la quale gli uragani arrivano? Ci rendiamo conto che molte terre stanno andando sott’acqua? Ora gli uragani veri arrivano anche in Italia. Pensiamo agli abitanti delle Filippine che devono sorbirne tre-quattro all’anno: la situazione continua a peggiorare.
La situazione diventa tragica là dove, come qui in Tanzania, l’andamento delle stagioni è essenziale per la sopravvivenza. Poco alla volta veniamo coinvolti tutti.
Qui a Ilembula da più di un mese ho aperto la prima casa per orfani: gli ospiti sono 8. A giorni aprirò anche la seconda. I bimbi sono molto allegri e si vede che si trovano bene. Su otto, tre sono sieropositivi. Il più piccolo ha quattro anni e il più grande ne ha otto. A occuparsi di loro è Jamila una signora quarantenne che è qui con una sua figlia.
Funziona bene anche l’ospedale di Ikelu: per il momento le suore sono assistite da un viso pallido nella gestione; non so fino a quando sarà possibile. A detta dei medici italiani che vengono a dare una mano, l’ospedale funziona bene. Da notare che non c’è ancora la sala raggi né la sala operatoria. La direttrice è una suora laureata in medicina. Quest’anno un’altra suora ha iniziato a studiare medicina qui a Dar es Salaam.
Anche il centro di riabilitazione di Wanging’ombe sta funzionando, anche se a rilento. Non siamo conosciuti e pertanto tanti che potrebbero essere utenti non ne usufruiscono perché ne ignorano l’esistenza. Vogliamo fare degli sforzi per farci conoscere di più.
Siamo anche entrati in pieno nella stagione dell’aratura e della semina. Le prime piogge sono venute, ma ne aspettiamo altre. Aspettavamo il del “nigno” ma pare che non verrà perché i venti
Hanno cambiato direzione. Il”nigno” porta molta pioggia: per noi sarebbe una provvidenza, perché così si rimpolperebbero le falde acquifere sotterranee. Comunque non abbiamo perso la speranza: il vento è mutevole.
Come chiesa stiamo coscentizzando i cristiani sul pericolo musulmano. In certi loro convegni i musulmani di qui hanno detto di voler estirpare la fede cristiana entro 50 anni. Loro hanno già iniziato: tra il 2011 e il 2012 hanno già bruciato alcune chiese sia a Zanzibar che nel continente. Stanno pure tentando di mettere le mani sul potere civile per poi far passare la “sharia”; per questo ci stiamo unendo tutti noi cristiani per avere una strategia comune. Alcuni punti comuni sono questi: in qualsiasi elezione non dare il voto a chi è musulmano, comperare ciò di cui abbisogniamo dai cristiani, scoraggiare energicamente i matrimoni con i musulmani. Non vogliamo combatterli ma neppure farci sopraffare da loro. E’ tempo di stare all’erta e fare scelte oculate. Non vogliamo fare la fine dei cristiani che vivevano in Tunisia, Algeria e Marocco: scomparsi.
Non c’è clima di paura e neppure di odio: siamo solo molto più attenti di prima.
Nel frattempo qui in parrocchia è venuto ad aiutarci un trentenne di Bienno, Maurizio Morandini.
Ha sempre lavorato nel recupero di ragazzi disagiati e qui affianca Fausta nel suo lavoro di assistenza ai disagiati. Fausta per il momento tenta di riposarsi in Italia: dovrebbe tornare prima che finisca il vostro inverno. Qui c’è ancora molto da fare per lei.
Proseguiamo insieme sapendo che stiamo servendo il Signore Gesù.Auguri per un santo e sobrio Natale.Natale, come Pasqua, è foriero di speranza. Auguri.
Don Tarcisio

Ilembula, settembre 2012

Eccomi di nuovo a voi dopo un lunghissimo periodo di silenzio. Quando si tratta di stendere un testo e mettere dei pensieri per iscritto, io mi trovo in difficoltà.
Il mio carattere non è descrittivo, è piuttosto sintetico e sbrigativo. Faccio comunque uno sforzo onde riallacciare i contatti con tante persone che ho trascurato in questo periodo.
Sono appena terminati due mesi molto intensi di attività. A luglio sono stati qui amici di Bolzano e di Cuneo. Gli amici di Bolzano hanno fatto vari lavoretti di messa a punto del villaggio “RENATO GRANDI”. E’ un insieme di 10 case dove ospiteremo orfani e donne in difficoltà. Ora alcune case sono pronte e attualmente sto facendo i passi necessari per aprire la prima casa.
Gli amici di Cuneo invece hanno fabbricato un”VENTOLONE” che sono delle pale verticali che, girando, dovrebbero produrre corrente per una scuola professionale nel villaggio di Ukomola.
Siccome sul posto l’acqua scarseggia molto e si trova solo a grande profondità, ho pensato di trovare un modo per produrre elettricità per pompare l’acqua che servirà anche per costruire. Il villaggio di Ukomola è a circa 15 chilometri dalla linea elettrica più vicina. E’ impensabile collegarsi alla rete nazionale. La scuola sarà costruita in collaborazione con alcuni membri del Rotari di Cremona e di Iseo,Lovere,Breno.
La gente ha già fatto parecchi mattoni, però, oltre al Ventolone, non è stato fatto altro.
Ad agosto sono stati qui il gruppo alpini di Giussano e il gruppo di amici della Franciacorta. Il loro lavoro è costituito nella costruzione della chiesa parrocchiale di Ilembula. Per il momento abbiamo elevato i muri sino al tetto: forse l’anno prossimo metteremo la copertura. Tutto dipende dalle possibilità degli alpini di Giussano. Credo che, se Dio ci darà vita, nel 2013 metteremo il tetto.
In questo periodo il lavoro pastorale è stato un po’ messo da parte anche se, nel frattempo, abbiamo
Fatto un corso di formazione di quattro giorni per i cristiani più attivi in parrocchia.
Abbiamo inoltre portato 90 bimbi a partecipare all’incontro diocesano dell’Azione Cattolica ragazzi. Ora ho a disposizione circa un mese per andare nei villaggi a benedire le case dei cattolici.
E’ anche un modo per incontrare i fedeli e parlare con ciascuno della sua vita. A causa del fenomeno del NIGNO questo anno le piogge arriveranno prima del normale e saranno abbondanti.
La radio già mette in guardia contro le inondazioni e invita la gente che abita nelle valli a spostarsi.
Durante il mese di giugno sono stato in Italia dove ho potuto constatare lo stato di disagio che c’è nel nostro paese. La cosa più tragica è la mancanza di lavoro per i giovani e per coloro che lo perdono. La scarsità di lavoro produce anche gelosia e inimicizia tra chi lavora. La situazione è molto difficile. Purtroppo non si vede come possa migliorare con gli attuali governanti. Mi tornano alla mente le parole di padre Rupnik a Roma nel 2003: questo è un cambiamento epocale.
Qui, siccome l’economia è agricola, la crisi si sente poco. Il problema esploderà quando i giovani avranno studiato e non vorranno coltivare. Dove troveranno lavoro? In Kenya per esempio il problema già si pone. Bisogna tornare di nuovo alla terra e fare i contadini? Vedremo come la situazione evolverà. Qui da noi è importante che la terra non venga abbandonata.
Dovrei parlarvi delle meraviglie che Dio compie anche qui. Effettivamente avvengono, ma non sono eclatanti: meravigliosa è la coerenza di certe persone anche in frangenti difficili, meravigliosa è la dedizione agli altri, meravigliosa è gioia espressa nelle celebrazioni liturgiche.
Più visibile e doloroso invece è stato il gesto posto da un catechista della nostra parrocchia. Il catechista è colui che guida la comunità dei cattolici nel villaggio: predica, guida le preghiere, consiglia i fedeli e coordina la vita della comunità. In un momento di rabbia ha ucciso la nipote di
12 anni che aveva rubato l’equivalente di 5 euro. E’ stato un fatto che ci ha addolorato tutti.
Preghiamo per lui e per la famiglia.
Ora saluto sperando di ritrovarvi presto.Viene l’autunno e viene l’avvento: predisponiamoci.
Don Tarcisio

Ilembula, 22 febbraio 2012

Sorella,fratello,
La quaresima sta per iniziare e in occasione di questo tempo forte ho ritenuto opportuno farmi vivo. Voglio comunicarti qualche notizia della missione di Ilembula e dintorni.
Innanzitutto le piogge: qui in zona stanno andando abbastanza bene e anche abbastanza abbondanti.
In qualche posto è caduta la grandine però le colture non sono in pericolo.
Siccome si usa poco letame, c’è bisogno di quantità sempre maggiori di fertilizzante chimico per avere la stessa quantità di prodotto. Quest’anno il prezzo del granoturco non è mai lievitato e parecchia gente non riesce a comperare il concime. Ecco perché in tanti campi le piante di granoturco tendono al gialliccio. Qualcosa comunque si raccoglierà anche da quelle piante.
Quest’anno il tema della quaresima è:”LEGGIAMO LA PAROLA DI DIO” e come libro da leggere ci siamo dati la LETTERA DI GIACOMO. Vogliamo farci aiutare da Giacomo ad avere una fede più concreta. Vogliamo essere cristiani soprattutto fuori di chiesa: per esserlo comunque bisogna che frequentiamo di più le nostre chiese disposti a lasciarci guidare dalla PAROLA.
Il catechismo di Pio X insegnatoci da bambini a noi anziani non ci ha certo familiarizzati con la Parola. Molti siamo analfabeti da questo punto e non abbiamo mai preso in mano una Bibbia, ma si è sempre in tempo a iniziare. Proviamoci.
Le opere iniziate proseguono: l’ospedale di Ikelu finalmente è stato aperto almeno per gli ambulatori, la maternità e il laboratorio; il resto seguirà a tappe. Per il momento è gestito interamente dalle suore aiutate da un paio di volontari italiani.
A proposito di ospedale e sanità, è terminato da pochi giorni uno sciopero a oltranza dei medici degli ospedali pubblici. Erano in lotta con lo stato tanzaniano. Il nocciolo erano gli stipendi e una serie di privilegi economici esigiti dai medici. In pratica hanno esigito che il loro stipendio sia moltiplicato per quattro e hanno ottenuto anche tutti privilegi che hanno chiesto. In pratica,adesso, un medico guadagna 10 volte più di un maestro di scuola elementare. Per me lo stato non doveva cedere; ora seguiranno le altre categorie. Chi alzerà di 10 volte il prezzo del granoturco e delle mercanzie dei contadini? Come ovunque nel mondo, ci sono categorie che esigono privilegi senza tener conto dei poveri. Anche qui, molti sono cristiani solo perché vanno in chiesa, ma quando si tratta dei propri interessi economici, non si conosce più nessuno, né Cristo né prossimo. Credo che la cosa riguardi in parte anche la società italiana. Continuiamo a parlare di poveri, ma fin dove siamo pronti a rinunciare al nostro benessere per far stare leggermente meglio anche gli altri?
Il villaggio per gli orfani di Ilembula aprirà entro breve almeno un paio di case. Le altre seguiranno.
Il centro per disabili di Wanging’ombe funziona. Quest’anno ci sono due fisioterapisti del servizio civile coadiuvati da altri civilisti e operatori europei e locali. Ora vorremmo affiancare un’azienda agricola che sia di supporto al centro nel futuro. Abbiamo già il terreno e ci stiamo attrezzando per il resto. Forse entro l’anno inizieremo a concretizzarlo.
Ho ricevuto sollecitazioni anche per la costruzione di SCUOLE DI AVVIAMENTO PROFESSIONALE. Tre villaggi mi hanno dato grossi appezzamenti di terreno per realizzarle. Ho coinvolto quelli del Rotary della nostra zona che hanno interessato elementi del Rotary di Cremona. Per il momento stanno preparando i disegni: il seguito si vedrà.
Mi sembra che la crisi europea si faccia sentire anche qui perché ho la percezione che giri meno il soldo. Quest’anno gli scambi commerciali mi sembrano diminuiti. C’è sempre comunque una grossa corsa a studiare
Buona quaresima, quindi. E’ un periodo privilegiato curare di più la parte spirituale.
Qui a Ilembula, ogni sera leggeremo la parola di Dio dopo cena anche se avremo ospiti. E’ troppo importante. Altrimenti perdiamo di vista lo scopo della nostra vita e diventiamo delle macchine che fanno e basta. Sono cose che bisogna volere intensamente per non diventare insensibili.
Auguri. Un saluto particolare a te che sei malato.
“LA FEDE SENZA LE OPERE E’ MORTA” Lettera di Giacomo.
Ciao don Tarcisio

Ilembula, S.Natale 2011

Eccomi a te all’inizio dell’avvento. Ancora una volta ringrazio il Signore per darmi la possibilità di celebrare Natale in Africa, lontano dal mondo occidentale. L’ultimo Natale nel mondo occidentale penso che lo celebrai nel 2003. Mi dà fastidio un po’ tutto:l’aspetto commerciale spinto all’eccesso,il romanticismo e buonismo di quei giorni e anche le melense coreografie che invadono addirittura le chiese. Del vero senso del Natale rimane pochissimo. Forse l’aspetto più positivo è l’accento posto sulla famiglia e sul trovarsi come nuclei famigliari.
Con la nostra mania di progresso economico, abbiamo distorto tante belle realtà. Da tempo qualcuno predica di riappropriarci delle nostre feste e realtà cristiane. Tutto questo per dirti che vivo meglio il Natale in ambienti come questo.
Adesso vengo alle notizie riguardanti le nostre realtà. Le case per gli orfani si stanno completando. All’inizio dell’anno prossimo vorrei aprirne quattro. Anche in questi giorni ci sono un paio di volontari,Gabriele e Franco, che stanno rifinendo alcuni particolari che avevano bisogno di ritocchi. Certo le case non sono secondo i criteri nostri, ma sono comunque belline e pratiche.
La corrente è stata messa collegata e anche l’acqua del pozzo ora è stata messa nel circuito. Le stufe sono state portate e messe in funzione: attendo che mi mandino la suora che dovrebbe dirigere il villaggetto. Alla fine dell’opera le case saranno 10: 9 per orfani e una per mamme in difficoltà.
Anche quest’opera è stata realizzato col concorso di tante persone. La fondazione RENATO GRANDI di Lugano ha fornito le finanze e tanti nostri amici hanno dato il contributo lavorativo. Questo villaggio quindi è l’opera di tante persone buone che hanno dato quello che avevano. E’ la storia dei pani e dei pesci che si ripete. Con il poco di ciascuno si può fare molto. Grazie quindi. Appena Fausta tornerà dall’Italia, riprenderà a cucire tende e a preparare l’arredo per ogni casetta. Questo è opera sua che espleta molto bene. Devo proprio dire che il Signore ci ama perché c’è molta gente che ci aiuta.
Anche l’assistenza agli orfani che vivono con le nonne o con parenti continua, così pure l’aiuto ai sieropositivi. Ci sono tre villaggi che mi stanno sollecitando affinché li aiuti a creare delle scuole di avviamento professionale. Penso di averti già fatto parte delle mie perplessità al riguardo. La costruzione è la cosa più semplice, ma poi chi gestirà queste scuole? Tra l’altro dovrebbero sorgere in posti dove la corrente è ancora lontana e l’acqua è un problema.
Per il momento sto menando il can per l’aia: prendo tempo in attesa di eventi e di persone che mi diano delle dritte che possano essermi di aiuto. Devo anche tener conto che ho 64 anni e che non ho più le risorse di un tempo; mi stanco più in fretta e devo calare il ritmo delle mie attività.
Fortunatamente ora mi è rimasta solo la parrocchia di Ilembula: pur essendo una piccola parrocchia esige pur sempre di dedicarle tempo. Ci sono poi sempre l’ospedale di Ikelu e il centro per disabili INUKA. L’ospedale è stato inaugurato, ma non ha ancora iniziato a lavorare: stiamo espletando alcune pratiche burocratiche: penso che l’apertura effettiva avverrà in gennaio 2012. Il centro per disabili invece già funziona. Con l’arrivo dei prossimi volontari del Servizio Civile (saranno cinque) funzionerà ancora più in esteso.
In generale l’economia gira: c’è però sempre il problema del prezzo del granoturco che è ancora troppo basso. Un secchio di 18 chilogrammi si vende per 2 euro. Il prezzo dei fertilizzanti è invece cresciuto di molto. Quest’anno si sono venduti bene i semi di girasole. Il prezzo alto dei fertilizzanti sta comunque producendo un effetto positivo: molti usano il letame per i campi. Pochi hanno iniziato a aumentare la produzione di letame usando strame come facevamo noi. Col tempo verrà anche questo.
Per l’avvento anche quest’anno abbiamo scelto come opera in favore di Gesù Bambino e dei bambini quella di piantare alberi da frutto. A tutt’oggi abbiamo avuto una sola pioggia; per iniziare ad arare però abbiamo bisogno di almeno un’altra pioggia abbondante. In tanti posti ci sono alluvioni e noi qui stiamo aspettando una normale pioggia.
Voglio concludere con un saluto particolare a quelle persone per le quali sovente la festa di Natale è fonte di tristezza a causa della solitudine nella quale vivono. Gesù ci invita a farci prossimo: insieme alla lettura della parola di Dio, la dedizione agli altri è un’ottima medicina contro la solitudine.
BUON AVVENTO e BUONA NATALE in comunione con chi rappresenta Gesù. Ciao
Un saluto particolare a chi è malato.
Don Tarcisio

VEGLIATE, PERCHÈ NON SAPETE IN QUALE GIORNO IL SIGNORE VOSTRO VERRÀ

Ilembula, 17 settembre 2011

A te che mi leggi porgo il mio più caro saluto. Sono passati mesi dal nostro ultimo contatto di questo tipo. Nel frattempo sono occorse varie cose. Tento di elencarle.Il 13 agosto abbiamo ufficialmente inaugurato il centro BETHZATHA (in italiano sarebbe BETESDA). Non è che funzioni a pieno ritmo, ma tale avvenimento è stato l’occasione per farci conoscere e pubblicare le nostre intenzioni. Inizialmente il centro funzionerà con l’apporto di fisioterapisti italiani e africani; rimane l’obiettivo fondamentale di formare una suora fisioterapista che assicuri una grande continuità al centro.Abbiamo posto, grazie all’apporto di Luigi di Guanzate e ad altri amici di Cologne e dintorni, le fondamenta per la chiesa parrocchiale di Ilembula. I lavori riprenderanno l’anno prossimo in agosto. Quando verrà il gruppo degli alpini di Giussano. Il grosso della costruzione è affidato a loro.
I cristiani di Ilembula hanno preparato circa 80.000 mattoni e hanno raccolto 3000 euro.
I preparativi continuano.Ho ceduto la parrocchia di WANGINGOMBE alla diocesi. Il vescovo ha già mandato un sacerdote africano come parroco. In questo modo il mio lavoro è diminuito di molto.
Ora sono rimasto con la parrocchietta di Ilembula e le sue opere.Sto continuando la costruzione del villaggio di 10 case per orfani e mamme in difficoltà. Ne ho fatte 6, devo farne ancora quattro. Ora sto lavorando per l’allacciamento elettrico e l’arredo, poi vedrò di aprirne almeno quattro. Bisogna che trovi anche la suora che lo dirigerà. Apparterrà alla congregazione già operante nella parrocchia di Ilembula.
Anche quest’anno abbiamo avuto parecchi ospiti venuti dall’Italia per aiutare o per conoscere un po’ la vita africana. Per il momento abbiamo quattro studentesse ventenni provenienti da Roma città. Anche quest’anno sono venuti dei giovani italiani, erano 15, per fare mattoni per le necessità del Centro.
Hanno lavorato bene e ancora una volta hanno dimostrato che il lavoro manuale non fa loro schifo e che sanno impegnarsi. Hanno lavorato in stretta collaborazione con i giovani africani: questo ha favorito la conoscenza reciproca.
A giorni, il 7 ottobre, inaugureremo anche l’ospedale di Ikelu. Verranno dall’Italia alcune persone che hanno aiutato in modo particolare a finirlo e mettere a punto l’avvio. Abbiamo dovuto affrontare alcune difficoltà burocratiche che però non sono state eccessive.
Ricordo che tale ospedale è proprietà della congregazione delle suore benedettine di Njombe. Sono loro che forniranno gran parte del personale. Assieme a loro saranno presenti dei tecnici italiani che daranno una mano fondamentale almeno per un paio di anni. Rimane ancora moltissimo da fare.
Il resto lo faranno le suore cercando l’apporto di persone ed enti di buona volontà.
Per il momento vengono aperti gli ambulatori, il laboratorio analisi e la maternità. La sala operatoria c’è, ma inizierà a essere efficiente solo più tardi. Incominciamo con i servizi essenziali: gli altri servizi saranno attivati cammin facendo.
Qualcuno ha già iniziato a preparare i campi per la prossima semina. Naturalmente pensano che le piogge verranno presto: la speranza è sempre grande.
Stiamo avendo frequenti tagli di corrente elettrica perché manca acqua nei fiumi che alimentano i bacini delle centrali idroelettriche. Le piogge dell’inizio 2011 sono state abbastanza buone per le colture ma non sono scese ad alimentare le falde e pertanto stiamo avendo una certa penuria di acqua. Comunque non disperiamo: magari quest’anno le piogge anticiperanno davvero.
Nel frattempo stanno soffrendo tremendamente nel CORNO D’AFRICA. Più che per l’acqua dobbiamo pregare e aiutare ad avere dei governi seri. Quella è la maggiore difficoltà di quei posti.
Per questi posti valgono in modo speciale le parole che l’ambasciatrice tedesca disse negli anni 90 ai responsabili dell’Etiopia:” I soldi per l’acqua e il cibo non li avete, però quelli per comperare le armi li avete sempre”. Naturalmente fu espulsa dal paese. I governi sono davvero importanti.
E’ tempo di tornare all’essenziale e rafforzare la fede in Gesù che solo può darci luce in questi frangenti. Viene ottobre che è il mese del rosario: non potremmo tentare di praticare anche questa preghiera? Ciao
Un ricordo particolare per chi è malato e per chi sta soffrendo. Grazie. Rimaniamo uniti nella preghiera.

Ilembula, 17/04/2011

Sorella, fratello,
pensavo di scriverti prima di questa data, ma non ci sono riuscito.
Sono stati qui molti fratelli e sorelle a darmi una mano nel completamento di vari lavori e pertanto avevo poco tempo a disposizione per la corrispondenza. Questo è un periodo nel quale gli ospiti sono diminuiti, però è un periodo nel quale si è intensificato il lavoro pastorale.
Da oggi iniziano le istruzioni intensive prima del battesimo degli adulti.
Sabato, vigilia di Pasqua, battezzeremo più di un centinaio di persone più o meno adulte. Si sono preparate per circa un anno e ora verranno battezzate. Non è che sia contentissimo di tale preparazione, ma devo anche mediare. Non bisogna scoraggiare e non lasciare andare troppo. Occorre usare molta saggezza pastorale che non è il mio forte. Quest’anno comunque è l’ultimo per le due parrocchie unite. Da dopo Pasqua, la parrocchia di Wangingombe sarà diretta da un sacerdote africano. Si chiama Paternus, ha circa 35 anni e ha studiato dogmatica a Roma. Sarà lui il parroco di Wangingombe. Io mi occuperò solo della parrocchia di Ilembula e dei suoi villaggi.
Padre Otto servirà entrambe. Nella parrocchia di Wangingombe devo costruire ancora tre o quattro chiesette e poi avrò terminato il mio programma.
Da novembre 2008 ho costruito in quella parrocchia 9 chiesette. Al centro, cioè nel villaggio di Wangingombe ho costruito la casa delle suore, quella dei presbiteri, il salone per gli incontri e la scuola materna. Col tempo farò anche gli ambulatori, ma per il momento non c’è fretta.
Sempre nel villaggio di Wangingombe continua la costruzione del centro per disabili che verrà inaugurato il 13 agosto. Come, penso, tu sai, il centro già adempie alcune funzioni per i disabili dei villaggi vicini. Ci stiamo attrezzando anche per ricevere chi verrà da lontano.
Stiamo pensando seriamente alla formazione del personale qualificato locale. Puntiamo sulle suore: preghiamo il Signore che ci mandi le persone adatte: gente intelligente e di cuore.
Le piogge stanno terminando. Il mese di aprile è stato il più piovoso. Il granoturco, le arachidi, il girasole e i fagioli hanno potuto arrivare a maturazione bene; almeno qui. Non è stato così ovunque in Tanzania. Le piogge sono cadute a macchia di leopardo e in alcune zone hanno piantato, ma non raccoglieranno. Chi coltiva riso ha avuto dei problemi: comunque non dovrebbe esserci fame perché le zone dove si produce bene forniranno cibo anche alle altre. Il governo è abbastanza attento a questo aspetto e fornisce a chi ha prodotto poco o nulla cereali a basso prezzo.
Appena saremo sicuri che le piogge sono davvero terminate, inizieremo a fare i mattoni per la costruzione della chiesa parrocchiale di Ilembula. Di questo se ne sono incaricati i cristiani stessi che hanno organizzato il tutto. L’anno scorso abbiamo fatto e cotto circa 50.000 mattoni. Quest’anno ne vogliono fare 100.000. Secondo me non ce la faranno, però a 50.000 arriveranno.
A maggio voglio andare in Italia e durante il mio soggiorno a casa i lavori che dirigo io verranno fermati. Continueranno quelli diretti dai volontari del servizio civile, cioè quelli del centro per disabili. Nei mesi di luglio e agosto avremo ancora un buon afflusso di ospiti.
Il clima generale mi sembra buono anche se cose che non funzionano ce ne sono, però l’economia mi sembra migliorare e ci sono anche seri propositi di migliorare le strutture.
Tra l’altro a settembre-ottobre si dovrebbe aprire l’ospedale di Ikelu almeno per alcuni servizi.
Gli amici del Rotary, di Pamoya e di Sicomoro si stanno dando da fare. L’impresa risulta più difficile del previsto per la grandissima impreparazione di chi dovrà condurre l’ospedale: le suore benedettine locali. Per l’africano in generale, il fatto di organizzare qualcosa è un impegno che raramente riescono a sostenere. Sono però bravi nell’organizzare feste. Non c’è alternativa: bisogna percorrere quella strada anche se sarà dura.
Il Signore che ha misericordia dei suoi figli, provvederà anche a questo. La celebrazione della Pasqua ci ricorda appunto che la risurrezione è sempre qualcosa di inaspettato, che strabilia.
Gesù risorge specialmente là dove noi osiamo sperare oltre il ragionevole.
Buona Pasqua specialmente a chi è molto malato. La resurrezione va oltre la guarigione fisica.
Ciao. A qualcuno può interessare il mio numero di telefono in Italia. Eccolo: 338 4352923.
Sarò in Italia dal 16 maggio.
Don Tarcisio

Ilembula, gennaio 2011

Carissimi in Cristo,
avevo promesso che avrei scritto prima di Natale, ma non ci sono riuscito. Ora mi porto avanti per la quaresima che quest’anno per fortuna inizia in marzo.
In questi giorni siamo bombardati da notizie di cambiamenti e di avvenimenti di vario tipo. Qui seguiamo da vicino le vicende della Tunisia, dell’Egitto, del Sudan, ma anche quelle di altri paesi. Per fortuna le notizie italiane ci arrivano col contagocce, perché purtroppo, almeno quelle riguardanti i nostri capi, non sono molto rassicuranti. In tutto questo turbinio e squallore sento più forte e vicina la consistenza di Cristo e delle sue parole. Li sento come un punto fermo e sicuro che dà speranza. Le vicende del mondo e i suoi grandi vanno e vengono, ma Cristo rimane. E noi con Lui se siamo uniti a Lui. Lo diceva Pietro: “Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna” sembrerebbe strano, ma mi sembra che le persone semplici come i miei cristiani sono già per natura in questa unione. Loro non si lasciano stravolgere dagli avvenimenti che passano. Forse questo è frutto anche della cultura tradizionale, ma comunque sono fermi nelle loro posizioni.
Pensavo di sbolognare al vescovo la parrocchia di Wangingombe ed invece dovrò tenerla per quest’anno e forse anche per il prossimo. Vengono aperte parrocchie nuove anche se non ha sacerdoti. A dire il vero fatichiamo un po’ a capire la logica del vescovo, ma non possiamo contraddire. Ci adeguiamo confidando anche nel fatto che il vescovo è una persona saggia.
Tra l’altro il numero dei villaggi è cresciuto perché mi hanno affibbiato due villaggi che erano di Mtwango ma che sono geograficamente più vicini a Ilembula. Sempre contando sull’aiuto di Padre Otto provvederemo anche a questi villaggi. Ora il totale dei villaggi è arrivato a 35.
Quanto ai lavori e progetti vari, la situazione è come segue:
a Wanging’ombe io ho quasi terminato gli edifici necessari per una parrocchia. La chiesa c’era, la casa dei sacerdoti è stata fatta, quella delle suore già ospita le suore, la sala per le riunioni è fatta e la scuola materna già funziona; manca solo il dispensario (ambulatori) che non so se costruirlo oppure no. Le suore sono arrivate: tre indiane appartenenti a una congregazione italiana con sede a Firenze. Il resto verrà.
Qui a Ilembula sto proseguendo con le case per gli orfani: devo farne otto. Di queste, quattro sono terminate, due impostate e due ancora da iniziare. Non sono ancora abitate perché manca l’allacciamento alla rete elettrica: queste cose di solito vengono realizzate molto lentamente: bisogna insistere senza fretta.
L’ospedale di Ikelu pure prosegue: è venuto un medico da Monza con il preciso intento di prepararne l’apertura. Secondo lui nel mese di ottobre potrebbe iniziare a funzionare con alcuni servizi di base. Siccome l’ospedale appartiene a una congregazione di suore locali, ci si scontra con la loro scarsa preparazione a gestire un’opera così articolata. Bisogna formarle e illuminarle su ogni cosa perché per ognuna di loro si tratta di cose molto nuove e mai neanche pensate.
Le scuole hanno riaperto con la solita cronica mancanza di insegnanti, però mi sembra che i genitori riescano a fare fronte più facilmente ai loro impegni economici. La seminagione è finita però le piogge sono distribuite molto male. In totale sono poche e in certi posti insufficienti. A soffrirne maggiormente sono i fagioli: il granoturco pare tenere e così pure il girasole, però si è sempre sul chi va là.
Ricordi che per Natale avevo dato il compito di piantare alberi da frutta? Qualcuno l’ha fatto.
Non voglio che arrivino a uno stile di vita come il nostro, ma che migliorino poco alla volta il loro.
Che ci sia più attenzione ai deboli, ai bambini, alle cose pubbliche nuove e che siano più critici verso gli imbonitori, che abbiano gli occhi più aperti.
Da parte di tutti c’è una gran voglia di progredire e alcuni iniziano anche a essere esigenti nei confronti dei governanti. Il partito CCM che governa dal giorno dell’indipendenza incomincia a perdere colpi. Dopo la scomparsa di Nyerere, la moralità all’interno del partito è scesa molto e a parecchi questo non piace. E lo dice anche. Non arriveremo ai punti dell’Egitto o della Tunisia, comunque anche la coscienza politica cresce.
Ecco cara sorella e caro fratello alcuni pensieri che vorrebbero dirti che mi sei presente e che ti ringrazio per il fatto che esisti. Son contento che tu esista. Stammi bene.
Ciao Tarcisio

Ilembula, 16/10/2010

VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI

Sorella, fratello,
sento il bisogno di rendere più esplicita la mia fede e di esprimere più chiaramente la mia fede in Gesù Cristo. Mi sembra che nel contesto occidentale sia disdicevole proclamare esplicitamente la propria fede in Gesù Cristo: non è politicamente corretto. La fede è qualcosa che va vissuta nel nascondimento e in Chiesa. Ecco perché non preghiamo più nelle nostre case e non si nomina il Signore nelle vicende quotidiano e non percepiamo la Sua presenza in mezzo a noi. Viviamo come se tutto fosse solo in potere nostro. Solo nei frangenti più gravi osiamo nominare Gesù. I nostri antenati, senza essere santi o bigotti, sentivano maggiormente questa presenza. Mettere Gesù in ogni salsa è disdicevole, però non esageriamo neanche nell’estrometterLo. Dico questo anche perché voglio essere ottimista e pensare che non andiamo verso lo sfacelo ma verso il punto OMEGA, che è sempre un punto positivo. Dio non può aver creato l’universo per sfracellarlo in un buco nero. Noi abbiamo messo degli occhiali molto scuri e pertanto vediamo molto nero. Anche la nostra condotta si adegua a questo modo di vedere le cose. Rivestiamo degli occhiali più chiari e ottimisti e anche il nostro agire sarà più positivo. Effettivamente motivi per essere ottimisti e sperare ci sono. Ne voglio elencare alcuni. La costanza di tanta povera gente, specie di tante mamme, nell’affrontare le difficoltà senza lasciarsi andare. Quante di queste persone vedo qui. E sono sorridenti. Altro segno è l’impegno di tante persone in favore dei più disagiati. Ce ne sono dappertutto, in ogni continente. Talvolta vivono questo loro impegno in modo eroico e con gioia e soddisfazione: questo li diverte pure. Anche la rispondenza di alcune persone alla parola di Dio è un fatto positivo. Nel mese di settembre in otto villaggi ci sono state delle predicazioni da parte di laici nostri: parecchia gente ha partecipato accogliendo con serietà la Parola di Dio. Tali laici nostri propongono la condotta cristiana basandosi esclusivamente sulla Parola di Dio. Effettivamente la Parola di Dio ha un fascino e un ascendente particolari. Anche gli esempi dei santi hanno forza, ma non così come la parola di Dio. Abbiamo avuto anche delle conversioni piuttosto evidenti, come quella di Bernardo che ha deciso di mettere a posto le sue cinque mogli e di sposarsi con la prima. A ognuna ha dato la casa, i campi e del bestiame onde possano far fronte ai loro impegni familiari senza affanno. Lui, Bernardo, vuole poter comunicare a quella mensa che dà un cibo speciale per una vita speciale. A queste latitudini la speranza è abbastanza di casa anche perché qui c’è futuro, c’è la voglia di progredire e di migliorare. Spero solo che non arrivino un giorno al punto cui siamo arrivati noi in occidente. Forse loro avranno un altro sviluppo: basta vedere l’importanza che danno alla fede, tutti, ricchi e poveri. Loro sono naturalmente più religiosi di noi. Questo forse farà evitare loro certi eccessi nostri, dovuti alla esagerata confidenza nelle nostre capacità. Ora basta riflessioni.
Per il 4 novembre attendo un gruppo di Castelfranco veneto che vengono per continuare a mettere a punto l’ospedale. Saranno in 12. A metà novembre verranno i nuovi volontari del servizio civile: saranno 6. Con loro verranno anche le suore per Wanging’ombe: saranno tre e tutte indiane appartenenti alla congregazione delle Terziarie Francescane Regolari con casa madre a Firenze. Per loro ho preparato la casa, ora sto preparando la scuola materna e tra poco inizio anche il dispensario (ambulatorio). In questo modo potranno avere dove esercitare il loro carisma francescano. Pensavo di ottenere anche un sacerdote per Wangign’ombe, ma il Vescovo mi ha detto che se ne parlerà solo l’anno prossimo. Spero che non ci siano altri intoppi. La casa è pronta: manca solo il sacerdote. Fausta è andata in Italia per un periodo di riposo: è veramente meritato. Spero che non debba girare tanto, ma che riesca anche a stare un po’ a casa nella tranquillità dei monti. Nel frattempo le opere di carità sono entrate in letargo: riprenderanno in pieno al suo ritorno.
Ora ti saluto. Andiamo verso l’avvento, tempo di attesa e di speranza. Iniziamo a fare i piani per leggere la bibbia in quel periodo. Un saluto particolare a chi è malato.
Ciao Tarcisio

Ilembula 20\8\2010

Sorella, fratello,
dopo lungo silenzio ti ritrovo per un momento di condivisione e riflessione.
Credo che l’ultima volta fosse prima di Pasqua. Pasqua è passata, sono stato anche a casa per un mese e mezzo in maggio e giugno e ora ci ritroviamo. Chi è in Italia sta vivendo il rientro dopo le ferie di agosto magari col timore di non trovare più il lavoro. Voglio sperare che la situazione sia migliorata rispetto ai mesi scorsi.
Qui invece siamo nel pieno della attività scolastica che terminerà a ottobre quando ci saranno le elezioni nazionali. Ormai siamo entrati nella campagna elettorale che però è ancora abbastanza Blanda. Appena prima del mio viaggio in Italia ho avuto la visita di due suore Terziarie Francescane di Firenze venute per decidere sul loro impegno nella parrocchia di Wanging’ombe.
Mi sembra siano andate via abbastanza entusiaste tanto che a novembre dovrebbero venire per stare stabilmente in quella parrocchia. Per quanto riguarda le strutture, esse sono a buon punto e penso di essere pronto per cedere quella parrocchia al sacerdote africano che verrà già da ottobre.
Spero che il vescovo mantenga la promessa di mandare il sacerdote al tempo dovuto. Nel frattempo è proseguita la costruzione del centro per disabili che già si occupa di alcuni disabili che vivono nei villaggi vicini. Mentre ero a casa la missione è andata avanti grazie alla presenza di P.Otto e di Fausta. Quest’anno il raccolto sembrava dovesse essere abbondante e invece non lo è perché le piogge sono cessate anzitempo e tanti chicchi non hanno avuto la possibilità di formarsi bene: in questo modo avremo molta crusca e poca farina. Comunque per il momento il prezzo del granoturco è ancora basso. Un secchio di 20 litri si vende a 1,80 euro. I fagioli invece sono costosi perché la produzione è stata davvero scarsa. Qui il 50% dei problemi ruota attorno al granoturco e ai fagioli: se questi sono abbondanti i problemi sono pochi.
Mentre ero in Italia ho notato una cosa che mi è parsa strana: c’è più gente vestita di nero ai matrimoni che ai funerali. Cosa bisogna pensare? Per quanto riguarda i matrimoni in chiesa forse stiamo rinsavendo e riscoprendo il significato del matrimonio in chiesa dando meno importanza alle esteriorità e valorizzando il momento spirituale. C’è ancora però grande spreco di cibo e tanta noia perché quasi nessuno ha il coraggio di rivedere il modo di celebrare un matrimonio; chissà che la Crisi economica ci porti un po’ di fantasia anche in questo.
Il mese di luglio e agosto è venuto dall’Italia un gruppo di 12 ragazzi italiani per fare mattoni a mano assieme ai loro coetanei tanzaniani. Erano giovani in età compresa tra i 19 e i 26 anni: mi hanno impressionato per la loro serietà e dedizione al lavoro. Fare mattoni a mano col sistema di qui significa calpestare e palpare fango per almeno 4 ore al giorno. Erano tutti studenti non abituati al lavoro manuale. Hanno lavorato senza farsi compatire e hanno pure legato bene coi loro coetanei africani. Una bella esperienza. Grazie ragazzi.
Sono venuti pure amici da Bolzano che hanno contribuito a completare le rifiniture della casa dei padri a Wanging’ombe. Anche a loro un grande grazie.
L’ospedale di Ikelu che è stato preso in carica dal Rotary di Iseo-Lovere-Breno dovrebbe aprire i battenti nel 2011. Attualmente sul posto a completare le rifiniture c’è un amico di Edolo,Gabriele , che coordina i lavori degli operai africani contribuendo pure col suo lavoro a rifinire l’opera.
A settembre vorrei fare un po’ di apostolato perché è il momento più favorevole essendo i lavori agricoli fermi: in questo modo i cristiani possono dedicarsi anche durante il giorno alle attività spirituali. Qui sta prendendo piede il movimento carismatico che si occupa anche di guarigioni.
Parecchi accorrono alle loro celebrazioni anche in vista di quello. Molti invece ci vanno perché lì hanno la possibilità di sfogare le grandi sofferenze interiori. Sono cattolici e sono riconosciuti. C’è il pericolo che cadano nel pentecostalismo: per questo vanno guidati.
Fra pochi giorni riapriranno le scuole e quindi tutte le attività: non pensi mai a mettere tutto questo nelle mani di Gesù? Lui prende su di sé i nostri pesi e ci aiuta a vivere senza affanni le nostre fatiche quotidiane.
Ora porgo un saluto particolare a quei miei amici che sono nella sofferenza e a coloro che hanno perso il lavoro. Dice san Paolo:”In ogni circostanza diamo lode al Signore”. A te che mi hai letto un arrivederci mentre conto sul ricordo nella preghiera. Ciao.
Don Tarcisio

Ilembula 18\02\2010

Sorella, fratello,
oggi è il secondo giorno di quaresima
e quindi è iniziato il conto alla rovescia verso la Pasqua. Questo è il periodo nel quale siamo invitati dalla Chiesa a ricordarci in modo particolare di chi sta male. Tra costoro un posto particolare ce l’hanno gli abitanti di Haiti: speriamo che quello che verrà ricostruito resista alle forze della natura che da quelle parti si scatenano abbastanza frequentemente.
Per i cristiani della Tanzania quest’anno il tema della quaresima è “VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”. C’è anche un velato invito a votare con responsabilità nella serie di elezioni che avranno luogo quest’anno.
Per i parrocchiani di Ilembula in più c’è il tema del perdono reciproco. Il tema è espresso dalle parole del Padre Nostro: “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Il perdono reciproco è fondamentale nella fede cristiana ed è uno dei principali segni che ci sentiamo amati dal Signore Gesù. Questa è la preparazione più giusta alla Pasqua che è la festa della riconciliazione totale di Dio col creato e con le creature.
Dalle missioni di Ilembula, Wangingombe e Mtwango le notizie sono queste.
Con l’arrivo dei volontari della Valcamonica abbiamo ripreso i lavori all’ospedale di Ikelu. Le spese ora sono sostenute dal Rotary di Iseo-Lovere-Breno.
Attualmente a dirigere i lavori c’è un signore di Salorno e due ragazzi del Ticino. Poco alla volta avanziamo verso l’apertura di almeno tre padiglioni. Quando sarà? Per arrivare al dunque occorre che un medico venga a stare qui per un periodo abbastanza lungo così da mettere in funzione i vari macchinari (che devono essere ancora spediti) e mettere a punto le cose più delicate.
Le suore ci sono ma non sono in grado di sapere cosa fare per aprire un ospedale: questa conoscenza è appannaggio dei medici e pertanto siamo nelle mani loro.
A Wangingombe sto procedendo con la preparazione della nuova parrocchia: la casa delle suore è pronta e ora sto approntando la casa per i sacerdoti (ho iniziato il tetto proprio in questi giorni).
Il vescovo vorrebbe che sia pronta per la fine di quest’anno: forse ce la faccio. Ho qui volontari da Gandino e da Fontanafredda che mi aiutano per gli impianti elettrici e idraulici; grazie a loro i lavori progrediscono anche nei settori più delicati come quelli della corrente e dell’acqua.
Anch’io spero di passare la parrocchia di Wangingombe a un sacerdote locale. Io continuerò ad occuparmi del CENTRO DI RIABILITAZIONE PER BAMBINI DISABILI che è pure in costruzione e che è seguito dai quattro volontari del servizio civile. Spero di avere anche le suore entro la fine dell’anno.
La parrocchia di Wangingombe comprende 18 villaggi che messi assieme a quelli di Ilembula fanno la cifra di 33 villaggi. Se padre Otto fosse più giovane, non sarebbe un problema seguirli tutti, ma visto la sua età (72 anni) e i problemi di pressione suoi, diventa abbastanza problematico seguire come si deve ognuno di questi villaggi. Attualmente facciamo il minimo indispensabile, però mi accorgo che la vita cristiana è rallentata.
Talvolta penso che anche le altre denominazioni cristiane siano volute da Dio perché noi cattolici non riusciamo a fornire certi servizi che il Signore vorrebbe dare ai suoi figli e allora suscita altre chiese che pure aiutano a stare in comunione con Dio. Trovo che queste chiese nate di recente aiutano pure le persone a conoscere la Bibbia, ad amare il prossimo, a relazionarsi con Gesù e a risolvere certi problemi delle persone. Non possiamo legare le mani a Dio. Lui inventa cammini per andare a Lui che noi riteniamo poco ortodossi. Il vero senso di tutto questo lo sa solo Lui.
A Mtwango continua ad andare Fausta per seguire gli orfani, gli asili e gli ammalati di Aids.Lei poi continua a seguire molto da vicino anche il villaggio Tumaini. In pratica tutto quello che è CARITAS è in mano a lei che svolge egregiamente il suo compito. Tutto questo ha un senso?
Talvolta me lo chiedo. La risposta la trovo anche nella tua generosità e nella tua solidarietà: per me sono segni tangibili che non sto lavorando invano, ma che vado nella direzione voluta da Gesù.
Ora ti saluto. Ho sempre un ricordo particolare per gli ammalati e gli infermi: li ringrazio tutti per la forza che danno a me e a tante persone nella lotta contro il male. Grazie. Buona Quaresima e BUONA PASQUA.
Tarcisio

Lettere per Natale – Ilembula 24\11\09

A te che segui con affetto e interesse le vicende delle missioni di Ilembula, Mtwango e Wangingombe arrivi un particolare saluto nel Signore.
Il tempo che viviamo ci costringe a fare delle scelte, almeno così mi sembra, se non vogliamo essere vissuti. Nel mondo attuale ci sono molte entità che vorrebbero decidere per noi. Naturalmente i risultati saranno a loro favore. Anche essere cristiani davvero in questo tempo esige rivedere la nostra fede e essere sempre pronti a rendere conto a chiunque del nostro credere. Purtroppo l’ambiente non ci aiuta ad essere cristiani. Fare delle scelte significa anche accettare di fare rinunce.
Se siamo permeati dall’amore di Gesù, le rinunce non sono più tali, ma diventano occasioni di rafforzamento del nostro vincolo con Lui.
Da tempo è in atto una revisione del Natale. L’aspetto romantico e folcloristico si sta spostando su altre figure: babbo natale, agrifoglio, cerbiatti, luci, doni ecc. In questo contesto chi vuol vivere il Natale cristiano è costretto a rifarsi alla Parola di Dio e ai profeti del nostro tempo. Ormai abbiamo constatato che tutto l’ambaradam che si svolge a Natale non ha nulla da spartire con Gesù.
Siamo pertanto costretti a entrare in noi stessi, trovare dei tempi di riflessione, unirci a chi segue questo cammino e pregare di più.
Mi sembra che la festa di Natale debba essere anche un momento per riconsiderare il nostro modo di relazionarci coi bambini del mondo intero Non possiamo più limitarci solo ai nostri bimbi, ma, visto che ogni bambino è Gesù, siamo caldamente invitati a prendere in considerazione ogni bambino. Tutti sappiamo che il nostro mondo attuale è strutturato più a favore degli adulti che dei bambini. Spesso addirittura i minori diventano strumenti di odio, di traffici illeciti e sevizie.
Il Signore viene per chi è malato, per chi ha perso l’orientamento per chi sta male: a noi rimane solo di accoglierlo. Ma come? Leggendo la Sua parola, partecipando alla liturgia e frequentando chi vuole accoglierlo. Ora basta prediche.
Veniamo alle notizie. A Wangingombe sono arrivati quattro volontari del servizio civile. Due si occupano della costruzione del centro per disabili e due si stanno già occupando dei disabili stessi.
Quattro volontari invece sono andati a Ilunda nel villaggio TUMAINI. Questi si occupano degli orfani come già facevano i loro predecessori. Tutti rimarranno per un anno.
A Wangingombe stiamo costruendo il centro per la riabilitazione dei bambini disabili. Esiste però già un piccolo fabbricato dove due volontarie, di cui una è fisioterapista, esercitano la loro terapia.
Per raggiungere anche altri bambini abbiamo aperto nel villaggio di Lyadebwe una stanza nella quale i bambini disabili vengono a fare esercizi. Nel giro di un mese, apriremo una stanza anche qui a Ilembula.
Frequentemente la disabilità è causata da lesioni al cervello: sono cerebro lesi.
Per loro non c’è molto da fare; si riesce a fare qualche progresso solo grazie alla frequenza di certi esercizi. Più avanti pensiamo di allargare il servizio anche a quelli che hanno avuto problemi a causa della poliomielite.
Prima di Natale voglio iniziare anche la costruzione della casa per i sacerdoti che saranno a capo della parrocchia di Wangingombe così che nel giro di poco tempo tale parrocchia, che era affidata a me, venga affidata a uno o più sacerdoti locali.
Quest’anno la preparazione al Natale sarà in tono minore perché padre Otto ha avuto e ha problemi di pressione e pertanto non posso contare su di lui più di tanto. La preparazione è affidata alle famiglie stesse che dovrebbero riunirsi ogni sera all’interno della casa, pregare un pò e leggere un brano di Bibbia. Stiamo insistendo da anni su questo: chissà che poco alla volta entri tale abitudine.
Bisogna anche ricordare che hanno iniziato a coltivare. Le prime piogge sono già cadute e pertanto molti hanno iniziato a coltivare alacremente. Quest’anno le piogge saranno abbondanti a causa del fenomeno “El Nino” che avviene nell’oceano pacifico. Noi speriamo solo che siano abbastanza regolari.
Credo che dobbiamo pregare e cambiare tutti certe nostre abitudini onde non rendere invivibile questa nostra terra. Auguri per un Natale semplice, povero e pieno della grazia di Gesù.
A presto.
Don Tarcisio

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